Palazzo del Popolo, sormontato da una torre con orologio, è la principale struttura dominante l’attuale Piazza Garibaldi e uno degli edifici più caratteristici ed importanti di Cartoceto.
La struttura originaria risalirebbe al XII secolo, mentre un primo rifacimento è attestato nel XIV secolo. All’epoca l’edificio era probabilmente sprovvisto della torretta dell’orologio e dei suoi ingressi principali, fatta eccezione per l’arcata sulla destra che fungeva da porta d’ingresso al castello. La struttura si innestava perfettamente con la cinta muraria e ricopriva un ruolo militare e difensivo, con tanto di ponte levatoio.
L’edificio, nel XIV-XV secolo, doveva probabilmente assomigliare nelle forme alla Porta Maggiore di Fano, come è possibile notare osservando alcune fotografie di quest’ultima risalenti agli inizi del XX secolo, e paragonandole alle fattezze dell’edificio cartocetano. Ancora oggi, al piano terra, subito dopo l’ingresso, è possibile osservare una porzione delle mura urbiche nel punto in cui si esse si “incastonavano” all’interno della struttura dell’edificio. Altri indizi sulla sua primaria funzione difensiva si possono notare all’interno dei sotterranei, accessibili da una porticina sul lato sinistro dell’arcata d’ingresso al paese.
Fu probabilmente in epoca rinascimentale che l’edificio iniziò ad assumere funzioni di palazzo civico. Sulla faccia dell’edificio si possono notare due stemmi in pietra scolpita della famiglia Rusticucci, rappresentanti nel campo dello stemma un cavallo pegaseo sopra a tre monti. Sullo stemma del lato destro vi è l’iscrizione “PRAESIDIUM PATRIAEQUE DECUS” (“Difesa e decoro della Patria“), mentre quello a sinistra riporta la data “DIE XX SEPTEMBRIS MDLXX” (“20 settembre 1570“). La parola “PRAESIDIUM” pare sottolineare le originarie funzioni militari difensive ricoperte dall’edificio.
Al di sopra del portale d’ingresso è situato uno stemma comunale in pietra arenaria, murato nel 1934: all’epoca era decorato da alcune simbologie fasciste (A XII E F in basso, fascio littorio tra i due rami in alto), che vennero poi rimosse al termine del secondo conflitto mondiale. Lo stemma comunale è costituito da due chiavi ed una spada incrociate in campo azzurro e rami di alloro e quercia, sormontati da una corona raffigurante un castello.
Al di sotto dell’arcata del Palazzo del Popolo che funge da ingresso al castello, è possibile notare sulla sinistra, all’interno di una nicchia a fondo blu stellato, la statuetta di una Madonna Nera di Loreto, recante alla base la scritta SANTA MARIA ORA PRO NOBIS.
La parte alta del palazzo è sormontata dalla sua caratteristica torretta dell’orologio, che funge da torre civica di Cartoceto. In questo il borgo si distingue dalla maggior parte dei centri storici della Regione Marche, dove solitamente si osserva una torre civica con orologio separata e distinta dall’edificio comprimario, sia esso una chiesa o un palazzo comunale.
La torretta dell’orologio è anch’essa protagonista di svariate vicende storiche legate alla sua costruzione e al suo mantenimento. Non sappiamo a quando risale la sua originaria costruzione, ma la prima menzione risale al 1636, quando Cartoceto possedeva un orologio “machinale“, ma in completa rovina ed esposto alle intemperie. Il fatto che fosse “in rovina” indica chiaramente che l’origine dell’orologio primario è da ascrivere ad un periodo di molto anteriore alla sua prima menzione. Nel 1636 si decise di farlo accomodare e nel frattempo di realizzare anche un orologio “solare“, per quando non avesse funzionato il primo. Il Consiglio ritornò sull’argomento nel 1646 e ancora nel 1664. Nel 1665 venne concessa la licenza annuale di “moderatore dell’horologio“, con l’incarico di mantenerlo sempre in efficienza.
Il tempo però trascorse inevitabile e l’originaria struttura non poté più continuare a sussistere con semplici interventi di manutenzione. All’incirca un secolo dopo, sul finire del 1760, venne abbattuta la vecchia torretta e rifatta ex novo, con soddisfazione e piacere del paese, su disegno di Melchiorre Pagani, spostandola più in avanti, verso la piazza, rispetto alla precedente. Il nuovo orologio venne costruito dal Mancini di Fano; da Venezia si fece invece arrivare la campana per i quarti. Tuttavia, già nel 1784 sia la nuova torre che l’orologio abbisognavano di restauro: vi condusse una perizia il veneziano Antonio Meneghin, ma non fu concesso il permesso per coprire le spese necessarie. Infine, nel 1789, l’orologio venne ripulito e accomodato da Luigi Marelli di Fano.
Fino al 1855, secondo l’antico modo di contare le ore del giorno, l’orologio era spostato in avanti di cinque ore rispetto ad oggi (le 20 di allora corrispondevano alle 15 di oggi).
Per quanto riguarda gli interventi di varia natura che hanno riguardato l’edificio nel corso del XX secolo, i primi si possono datare al periodo 1940-50. Negli anni ’60 vennero condotti nuovi interventi per la realizzazione della nuova sede comunale. Un intervento di recupero della torre campanaria venne condotto nel 1997 dalla Sovrintendenza ai Monumenti di Ancona, sotto la direzione dell’architetto Renzo Simoncini. Un intervento alla copertura fu invece realizzato nel 1999 dallo studio degli ingegneri Paolo Biondi e Lucio Omiccioli. Un ulteriore – e finale – intervento per il recupero ed il restauro dell’edificio è stato portato a termine nel biennio 2001-02, sempre dallo studio Biondi-Omiccioli.
Attualmente, Palazzo del Popolo ospita la Sala Consiliare al primo piano, mentre al secondo piano vi è la sede della Pro Loco-Punto IAT Cartoceto e del Comitato UNPLI della Provincia di Pesaro-Urbino.